Il Carnevale di Scicli, un’occasione di incontro e conoscenza

di Gerardo Filippini, operatore Casa delle Culture a Scicli –

La rubrica “Lo sguardo dalle frontiere” è a cura degli operatori e delle operatrici di Mediterranean Hope (MH), il progetto sulle migrazioni della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Questa settimana “Lo sguardo” proviene dalla Casa delle Culture di Scicli (Ragusa).

Il carnevale impazza per le strade e piazze di Scicli, i giorni più spensierati dell’anno non potevano non coinvolgere la Casa delle Culture e i suoi ospiti, piccoli e grandi. I bambini e le famiglie siriane, arrivati in Italia con i corridoi umanitari, non hanno idea di che tipo di festa possa essere Carnevale, semplicemente non ne hanno mai sentito parlare. Per noi operatori e volontari che lo diamo per scontato non è facile spiegarlo e motivarne il senso. Niente di più esemplificativo di mostrare qualche video che scorre, tra la perplessità degli adulti e il divertimento dei piccoli.I preparativi sono iniziati da qualche settimana con il laboratorio, dove le mamme di CdC e della scuola materna dell’Opera Diaconale Metodista hanno confezionato simpatici cappellini e ornamenti per la festa. Arriva il giorno della grande parata, ci si prepara con l’aiuto delle volontarie nel salone di Casa delle Culture. I vestiti e le maschere sono pronti, viene allestita una sala trucco, sono con noi anche i bambini e i genitori della scuola materna. Nel gruppo mascherato che si accinge a partecipare alla grande parata si distinguono un Wissam/Zorro un Youssif/Coccodrillo il Khaled/Pirata e le principesse Nour e Amena, preso dall’entusiasmo anche papà Mohamed si convince a mascherarsi trasformandosi in un gigantesco orso. La cosa che impressiona è la capacità delle nostre famiglie ad adattarsi alle festività e alle ricorrenze del nostro paese, in men che non si dica, le fanno proprie, manifestando una forte volontà di conoscenza, alla ricerca di una strada per l’integrazione.

Ci incamminiamo muniti di coriandoli e stelle filanti d’ordinanza, mescolandoci al lungo serpentone, colorato e scombinato come è giusto che sia in questo giorno.

I festeggiamenti proseguono anche nei giorni successivi, ci ritroviamo con i bambini del doposcuola dei Cantieri educativi della Caritas, una collaborazione e un‘amicizia iniziata da qualche settimana  e che ci vede insieme in alcuni momenti di gioco e festa insieme. I bambini dei Cantieri ci aspettano sempre con molto entusiasmo, i giochi organizzati dai nostri volontari sono l’appuntamento più atteso della settimana.  Con loro ci ritroviamo per una piccola festa in maschera, subito dopo siamo attesi dai ragazzi di Echos, un gruppo di giovani musicisti sciclitani che ci ha proposto un laboratorio di percussioni. Armati di bacchette e bidoni – e di tutto ciò che possa emettere un suono più o meno gradevole -, i bambini di CdC si improvvisano percussionisti di strada per la gioia e lo stupore dei passanti. Ma ancora non è finita, per l’ultimo giorno di carnevale, insieme agli animatori di Cantieri educativi, ci ritroviamo ad organizzare un pomeriggio di giochi diventati un appuntamento fisso del carnevale sciclitano e che in questi anni ci ha sempre visto protagonisti. Si inizia con una serie di classici: tiro alla fune, corsa con i sacchi e per finire le famigerate “pignatte”, il momento più atteso per tutti bambini. Il coinvolgimento dei nostri piccoli è totale ma come sempre, dopo un po’ di tira e molla, anche i grandi si lasciano andare e coinvolgere in una “faticosa” corsa con i sacchi. I giorni di carnevale, un po’ folli e stancanti, sono terminati, sono stati, come altri momenti della vita di Casa delle Culture, occasioni. Occasione per un po’ di spensieratezza per chi ha vissuto drammi e lacerazioni, un’occasione di integrazione, ma soprattutto, una semplice occasione di incontro e di conoscenza reciproca.